Torno a scrivere su questo mio diario/blog dopo qualche mese (argggggh 😅) riflettendo su un articolo letto questa mattina su Punto Informatico
Windows Server: riavvi infiniti con la patch di gennaio
Patch, per i non “addetti ai lavori” è esattamente un software/programma che risolve uno o più problemi. Spesso se ne parla al femminile, “la patch”, probabilmente perché definita come “correzione/miglioria”.
Un articolo di questo tipo potrebbe far pensare
“Ma….ha senso che io metta patch se poi questa stessa potrebbe creare problemi?”
La risposta a mio parere è….si, ha assolutamente senso e anzi è fondamentale per non pentirsene. Perché? Perché il numero di problemi che evita normalmente è mostruosamente più grande (e con minori possibilità di gestione) di quello più prevedibile e gestibile che potrebbe creare. Proviamo in pratica a ridurre la probabilità di avere noie “serie” (generalmente quello che evita è molto ma molto più grave.
Questo non solo in informatica…e due racconti possono probabilmente rappresentare meglio questa mia convinzione. Perché la cosa migliore per capire le cose è passarci, ma provare a raccontare “bene” magari è una ragionevole via di mezzo.
Il primo racconto. 1994, mio padre a 60 anni viene infettato da pneumococco (una sorta di meningite batterica ai polmoni). Viene ritrovato al mattino in coma di secondo grado. Rinviamo il mio imminente matrimonio e così facciamo. Il primario a domanda della situazione esordisce (e conclude allo stesso tempo) con un
“Non si sa come l’abbia potuta prendere, 3-4 casi ci son stati in Italia, se ne esce autonomamente bene altrimenti…”
con annessa allargata di braccia.
Non ne uscì; 1 giorno leggermente meglio rispondendo con strette della mano come risposta….alcuni giorni peggio. Secondo i medici non era cosciente e non si rendeva conto ma rispondere a delle domande stringendo mano per alcune ore almeno fece pensare il contrario anche se ovviamente per una malattia sconosciuta era comprensibile quella frase dai medici. Dopo alcuni giorni mentre ero provvisoriamente uscito dalla stanza dotato sempre di calzari e mascherina per andare in bagno…ritornando trovai tutti fuori che mi fissavano.
Anni dopo, mentre ero alla ASL in attesa per un vaccino antinfluenzale seduto, alzando lo sguardo vidi un grande manifesto, dell’altezza di una persona, a metri di distanza in fondo alla stanza. Al centro la grande scritta “Pneumococco”, sotto una scritta “vaccino disponibile”. Lascio immaginare il mio stato d’animo. Il mio dottore dell’epoca (e la mia dottoressa attuale) alla mia domanda su valutazioni sul farlo mi hanno detto entrambi che se prende a tutt’oggi n’è bella, sempre meglio farlo, la probabilità di quelle conseguenze è minore. Mi è venuto in mente quel suo essere lungo, con al fianco i figli. Non poter parlare, non potersi muovere e non sapere se ti alzerai. Che qualcosa ne riduca le possibilità cambia qualcosa? Secondo me si.
Quando anni fa (e passo quindi al secondo racconto) parlai con il mio medico per la fattibilità di vaccino influenzali – parliamo di oltre 10 anni fa (per alcuni anni mia figlia era meglio che non avesse febbre) il mio medico confermando il “nulla osta” mi spiegò un concetto chiaro:
“Non pensi che il vaccino influenzale escluda a lei e altri la febbre. Ne riduce però decisamente di molto la possibilità, date le varianti e possibilità…e se ce l’avesse ne riduce anche generalmente di moltissimo gli effetti collaterali possibili”
Un aspetto chiaro, che spesso ho paragonato a vari aspetti in informatica:
– Avere un antivirus sul computer non ci garantisce che non avremo mai virus o ospiti “indesiderati” sul computer, data la varietà in continuo aggiornamento che c’è in giro (non a caso serve che l’antivirus dei sistema riceva aggiornamenti), ma ne riduce notevolmente la possibilità. Ne potremmo ricevere magari 1 invece di 12.729;
– Avere un antispam/anti posta spazzatura sul sistema di posta aziendale non ci garantisce certamente di non riceverne, ma sicuramente quella fermata sarà in numero mostruosamente più grande. Molto maggiori i casi fermati rispetto a quelli ricevuti, se il sistema è ben gestito/impostato.
Quantomeno provare a prevenire in informatica e non…sicuramente secondo me migliora la possibilità che la cosa sia risolvibile. Se il tutto è fatto bene…potremo dire di averci provato seriamente.
Buona vita.