“…lavora con Paolo Perticarini?”

Indubbiamente un grande, Andrea.

Due ricordi associati: la prima volta che siamo entrati in contatto, in una chat – integrata in una pagina web da Live Messenger – in un suo sito se non sbaglio (se ricordo bene in quel periodo lavorava per Microsoft, sempre area Comunicazione). Una bella conversazione, tra due persone appassionate della loro attività.

Tra i ricordi più belli, il CIO della allora Indesit Company per la quale lavoravo che sorridendo una mattina arriva di ritorno da un evento Microsoft e ponendosi tra me e il mio capo diretto fa: “Vi devo raccontare una cosa! Ieri all’inizio del Convegno Microsoft mi si avvicina una persona del loro team Comunicazione e dice <scusi, lei è della Indesit Company?>…Io dico si….e lui …<quindi lavora con Paolo Perticarini? Lo conosce?”>.” Sorridendo ironicamente aggiunse “A me!!!”. Capii subito – già al “una persona del team…” che aveva incontrato Andrea.

Tanti ma tanti auguri Andrea Contino (gli auguri – e tanti – si fanno sempre dopo e non prima giusto? 😉). Nel mio piccolo stra-consiglio il suo sito/blog…e di “seguirlo”, magari con indifferenza 😉 . Buoni nuovi anni, Andrea… e sempre complimentissimi. Grazie di esserci.

“Godete di ogni momento felice, perché non sai mai quando ritornerà” (cit.).

Buona vita.

Informazioni sui referendum in 2 mini video da 5 minuti (e 2 informazioni generalmente fornite nei seggi)

Un video da “Ilsole24ore” di Angela Gennaro con il Giurista Sabino Cassese sui refendum, nel “dovere civico” del votare e sulle 5 domande. 5 minuti di panoramica/rapida spiegazione delle 5 domande, ai quali aggiungerei questo altro video di fanpage.it sempre di soli 4 minuti:

Temi sono “delicati”/importanti, nei seggi si può decidere (viene generalmente proprio chiesto) se votare sia per Comunali che per tutti i quesiti Referendari. Data l’importanza di alcuni temi…valuterei.

Dato che votando si…si propone variazione/di annullare precise normative…da fare attenzione. I Referendum sono infatti abrogativi/per proporre eliminazione/variazione di norme-Leggi quindi…particolare attenzione. Qui anche una rapida spiegazione dei quesiti in una Pagina Ansa.

Tre le indicazioni che in genere vengono fornite al seggio, da tenere in condiderazione

  • possibile decidere per cosa votare, al seggio (consiglierei di valutare le singole opzioni, alcuni temi li vedo “importanti”);
  • si consiglia di non sovrapporre le schede aperte in fase di compilazione (segni che “passano” sotto nelle schede sottostanti le renderebbero nulle dato che nelle stesse non possono comparire segni esterni a quelli della preferenza che le potrebbero far distinguere/identificare, come da normativa)

Ovviamente Presidenti di seggio e personale presente sono lì anche per qualsiasi informazione-dubbio…

Buon voto…e buona vita

Provare a prevenire (in informatica e non) ha maggiore probabilità di successo di provare a curare

Torno a scrivere su questo mio diario/blog dopo qualche mese (argggggh 😅) riflettendo su un articolo letto questa mattina su Punto Informatico

Windows Server: riavvi infiniti con la patch di gennaio

Patch, per i non “addetti ai lavori” è esattamente un software/programma che risolve uno o più problemi. Spesso se ne parla al femminile, “la patch”, probabilmente perché definita come “correzione/miglioria”.

Un articolo di questo tipo potrebbe far pensare

“Ma….ha senso che io metta patch se poi questa stessa potrebbe creare problemi?”

La risposta a mio parere è….si, ha assolutamente senso e anzi è fondamentale per non pentirsene. Perché? Perché il numero di problemi che evita normalmente è mostruosamente più grande (e con minori possibilità di gestione) di quello più prevedibile e gestibile che potrebbe creare. Proviamo in pratica a ridurre la probabilità di avere noie “serie” (generalmente quello che evita è molto ma molto più grave.

Questo non solo in informatica…e due racconti possono probabilmente rappresentare meglio questa mia convinzione. Perché la cosa migliore per capire le cose è passarci, ma provare a raccontare “bene” magari è una ragionevole via di mezzo.

Il primo racconto. 1994, mio padre a 60 anni viene infettato da pneumococco (una sorta di meningite batterica ai polmoni). Viene ritrovato al mattino in coma di secondo grado. Rinviamo il mio imminente matrimonio e così facciamo. Il primario a domanda della situazione esordisce (e conclude allo stesso tempo) con un

“Non si sa come l’abbia potuta prendere, 3-4 casi ci son stati in Italia, se ne esce autonomamente bene altrimenti…”

con annessa allargata di braccia.

Non ne uscì; 1 giorno leggermente meglio rispondendo con strette della mano come risposta….alcuni giorni peggio. Secondo i medici non era cosciente e non si rendeva conto ma rispondere a delle domande stringendo mano per alcune ore almeno fece pensare il contrario anche se ovviamente per una malattia sconosciuta era comprensibile quella frase dai medici. Dopo alcuni giorni mentre ero provvisoriamente uscito dalla stanza dotato sempre di calzari e mascherina per andare in bagno…ritornando trovai tutti fuori che mi fissavano.

Anni dopo, mentre ero alla ASL in attesa per un vaccino antinfluenzale seduto, alzando lo sguardo vidi un grande manifesto, dell’altezza di una persona, a metri di distanza in fondo alla stanza. Al centro la grande scritta “Pneumococco”, sotto una scritta “vaccino disponibile”. Lascio immaginare il mio stato d’animo. Il mio dottore dell’epoca (e la mia dottoressa attuale) alla mia domanda su valutazioni sul farlo mi hanno detto entrambi che se prende a tutt’oggi n’è bella, sempre meglio farlo, la probabilità di quelle conseguenze è minore. Mi è venuto in mente quel suo essere lungo, con al fianco i figli. Non poter parlare, non potersi muovere e non sapere se ti alzerai. Che qualcosa ne riduca le possibilità cambia qualcosa? Secondo me si.

Quando anni fa (e passo quindi al secondo racconto) parlai con il mio medico per la fattibilità di vaccino influenzali – parliamo di oltre 10 anni fa (per alcuni anni mia figlia era meglio che non avesse febbre) il mio medico confermando il “nulla osta” mi spiegò un concetto chiaro:

“Non pensi che il vaccino influenzale escluda a lei e altri la febbre. Ne riduce però decisamente di molto la possibilità, date le varianti e possibilità…e se ce l’avesse ne riduce anche generalmente di moltissimo gli effetti collaterali possibili”

Un aspetto chiaro, che spesso ho paragonato a vari aspetti in informatica:

– Avere un antivirus sul computer non ci garantisce che non avremo mai virus o ospiti “indesiderati” sul computer, data la varietà in continuo aggiornamento che c’è in giro (non a caso serve che l’antivirus dei sistema riceva aggiornamenti), ma ne riduce notevolmente la possibilità. Ne potremmo ricevere magari 1 invece di 12.729;

– Avere un antispam/anti posta spazzatura sul sistema di posta aziendale non ci garantisce certamente di non riceverne, ma sicuramente quella fermata sarà in numero mostruosamente più grande. Molto maggiori i casi fermati rispetto a quelli ricevuti, se il sistema è ben gestito/impostato.

Quantomeno provare a prevenire in informatica e non…sicuramente secondo me migliora la possibilità che la cosa sia risolvibile. Se il tutto è fatto bene…potremo dire di averci provato seriamente.

Buona vita.

“1 e 80…”

Ti avvicini alla Biglietteria della stazione ferroviaria. L’operatrice ha la cornetta all’orecchio e sguardo verso il basso. Arrivi proprio allo sportello e lo sguardo dell’operatrice è sempre verso il basso, in silenzio. Pensi stia ascoltando l’interlocutore o che abbia appena composto il numero.

Attendi, non hai fretta. Anche perché sei certo anche se ora non ti sta guardando…che ti abbia visto per un attimo mentre ti avvicinavi, prima di abbassare lo sguardo.

“Montecarotto…?” – fa con leggero “accento” interrogativo fissando ancora il ripiano davanti a lei. Alza leggermente lo sguardo ma ancora non ti guarda, non fissa più il ripiano ma in direzione della tua maglia come a mettere a fuoco pensiero o cercando di capire.

Taci, ipotizzando domanda non per te e pensando di creare un disturbo alla telefonata in ascolto parlando, anche se c’è comunque un vetro “di mezzo”. Passano pochi istanti. Alza lo sguardo e ora ti fissa, sempre con la cornetta all’orecchio

“Montecarotto….?”, ripete. E a quel punto sorride come a dire “che volemo fa”, sorridendo appunto. Credi di aver “sbarrato” gli occhi e di aver fatto un’espressione del tipo “io?”, lei annuisce leggermente con un sorriso accennato oscillando la testa come a dire “e chi sennò”…. Sempre con la cornetta all’orecchio.

“Ah…no…no oggi no…”
Ti guarda un pò stupita alzando ciglia con espressione interrogativa come a dire “sicuro?” e ti verrebbe da risponderle che di sicuro nella vita ci son poche cose ma la poca confidenza e il voler evitare una risposta apparentemente scocciata (non corrisponderebbe) ti fanno valutare in un rapidissimo istante di rispondere (cosa che fai subito) a tua volta con espressione del viso, del tipo “così è….”.

Guarda il monitor, “accorciando” il collo come a dire “contento lei….”. “Per dove…?” con espressione guardandoti per un istante come a dire “se proprio ne è convinto…”.

Ci ritorni alcuni giorni dopo per altro biglietto, ti avvicini. La stessa operatrice ti fissa per un attimo e prima che tu dica “a” fa “1 e 80” (il prezzo del biglietto per Montecarotto, fai mente locale). Sorridi.

Quando una persona ti conosce e ha memoria di cosa fai 🙂 .
E anche se sa bene che hai in genere più destinazioni…guardacaso ti viene la convinzione che citi quella dove probabilmente ti vede andare “più lieto” (anche se più raramente).

Buona vita.

#conoscerelepersone #lebravepersonealpubblico #capirechihaidavanti #grazie

Ciao Massimo

Sono passati 12 anni da quando, insieme a colleghi e amici, ci arrivò la notizia e da quando abbiamo percorso questa strada. Oggi, ripercorrendola a piedi, ho per un attimo sorriso pensandoti da qualche parte ad osservarmi e gridare con tono tra l’arrabbiato e lo scherzoso “ah Pà…ma dove stai andando!?” con quella voce nervosa ma sorridente/tesa-“stridula” come quando – ti capitava spesso – facevi domande delle quali conoscevi la risposta.

M’è venuto anche da sorridere guardando la tua foto mentre respiravo con la mascherina davanti, non potevo non avere a mente l’ultimo incontro quando portavo i calzari e la mascherina per il tuo stato di salute in ospedale con te che mi facevi notare sorridendo che non la stavo portando benissimo (ma probabilmente ricordavi o “captavi” che portare la mascherina aveva per me il disagio-dolore di ricordi “antichi” e la richiesta dell’infermiere fuori dalla stanza di metterli mi aveva fatto tremare le gambe a lungo).

Come ho letto in una targa/ricordo a pochi passi da casa mia le persone ci sono finché le si ricorda. Beh…altro dispetto non ti posso fare….😉.

Son passati 12 anni si, sei oggi un “sessantenne”. Grazie per l’esempio che sei stato e che sei. Ogni tanto, quando puoi, butta un occhio su di noi.

Ciao Massimo.

25 buonissimi motivi per accompagnare un bambino in biblioteca (da articolo di Sara Sirtori)

Quando ho letto questo articolo da nostrofiglio.it ho pensato al classico e giusto “leggere fa bene”; ho trovato invece 25 fantastici motivi… sui quali concordo uno per uno. Ho trovato “particolarmente stupendi” tra gli altri ad esempio il 6, l’8, l’11, il 12, il 17 e il “fondamentale” 25 ma altri davvero spettacolari. Vi “lascio” all’articolo di Sara Sirtori per evidenziarvi i bellissimi 25 motivi-vantaggi.

Ah…tutti per bambini di tutte le età, ovviamente.

Buona vita.

“Per far andare meglio…dovremo metterci tutti del nostro”

“Da dove venite?”

Sorride, mi fissa un attimo, guarda in terra per un istante . Guarda lei come a dire “e adesso?”, poi mi fissa nuovamente un attimo – facendo un leggero scatto indietro con la testa con un’espressione perplessa come a dire “non so come la prenderà” alzando le ciglia: “Bergamo…”. Al che aggiunge “capisco che….” – e fa un saltello indietro (quando già eravamo a quasi due metri di distanza) – che ha qualcosa di “marcato” con un leggero sorriso – ” uno possa….” e fa una leggera smorfia verso lei ma guardandomi con la coda dell’occhio.

“Provo solo dipiacere”.

Rifà nuovamente lo scatto indietro con la testa fissandomi, rialzando sempre le ciglia ma con espressione del viso questa volta sorpresa e riguardando per un istante la signora che è con lui (a sensazione la moglie – impressione che si rafforza con la sintonia delle successive affermazioni tra i due rispetto ad una possibile sorella – ).

Riguarda un attimo in terra ma per un tempo maggiore del precedente, alza lo sguardo e gli occhi sono bagnati, Ritorna alla distanza di prima di circa 2 metri.

“Non può immaginare, ogni famiglia è stata toccata…”. Guarda lei dicendolo…e lei sorride fissandolo come se in realtà la persona più colpita di quella famiglia fosse proprio lui.

Faccio io una leggera smorfia ora, annuisco e sentendo che questa volta sto alzando le ciglia io ri-aggiungo una cosa del tipo “Mi dispiace”.

Fa un leggero sorriso mentre ci fissiamo per alcuni secondi, al che come a “riprenderci” aggiunge “Beh certo…ora va meglio però…Per far andare meglio dovremo metterci tutto del nostro” (e con gli occhi sposta lo sguardo sulla mia mascherina annuendo come se la mia mascherina fosse una parte di quel fare del nostro). Riguarda lei, mi riguardano entrambi. “La ringraziamo molto, buona serata” dice lui congedandosi. Lei fa un leggero inchino con la testa, sorridendo.

E si allontanano tra le gocce di pioggia. Si avvicinano ad una struttura vicina e come fatto quando si sono avvicinati a quella dove eravamo lui legge da uno spesso libretto rosso la descrizione del palazzo, con lentezza e delle pause che sembrano fatte appositamente per farle capire e farla ragionare su quelle descrizioni. Non leggere “tanto per leggere”, senza alcuna fretta e ogni tanto guardandola come ad accertarsi che abbia capito e di poter proseguire. Per metterci ognuno il nostro.

Buona vita, abbiate cura di voi.

“La ringraziamo per le informazioni e per la cortesia…”

Proprio vero, come ci spiegavano ad un corso sulla Comunicazione efficace al lavoro anni fa: un “grazie” è particolarmente costruttivo quando è accompagnato dalla motivazione. l’altra persona capirà cosa ti ha aiutato/colpito positivamente.

Su alcune cose specifiche non è importante, quando è già chiaro “il perché. Ma su più aspetti o su tutto un periodo di tempo…si, lo è.

Quando ti viene detto “per le informazioni e per la cortesiacomprendi che non era un semplice “buonasera”.

Buona vita.

Nella foto Piazza Colocci a Jesi, vista dall’interno del Palazzo della Signoria – Sede della Biblioteca Planettiana -.